Statement

Luca Maione è nato nel 1980 a Milano dove vive e lavora.

 

L’uso combinato di memoria e oblio, la fascinazione dei media, la pittura intesa come uno stato di dormiveglia che tiene in bilico il quotidiano e il sogno. Una pittura alla costante ricerca di identità, in preda ai costanti interrogativi universali sul senso dello stare al mondo e a uno stato di perenne disordine interiore. I dipinti spesso privi di una coerenza narrativa, compongono un immaginario, ipnotico, psichico e spirituale. L’obiettivo del suo lavoro è racchiudere l’intero flusso dell’irrazionalità umana in ogni sua sfaccettatura dando voce all’anima nei suoi diversi stadi: pace, ironia, inquietudine, paura, crudeltà. Lavora per serie di opere in cui porta avanti le storie delle persone che vivono in una città immaginaria della quale mira a far emergere il lato oscuro, il volto del male di una vita apparentemente tranquilla e “normale”. Emerge un mondo parallelo che custodisce gli enigmi, i segreti delle vicende che si dipanano sul piano della realtà, nel quale si avvicendano personaggi misteriosi e dove i luoghi sono magici e fuori dal tempo. Vuole creare immagini che sembrano arrivare dalla parte occulta che è dentro di noi, dalla nostra realtà più sommersa e arcana, dove sono archiviate emozioni non controllate dalla nostra parte razionale: paure istinti, desideri indomiti. Tutto nella sua pittura sembra voler mirare a liberare l’anima dalla gabbia, dalle catene del corpo e dalla pesantezza stessa di ogni entità fisica. Utlizza pigmenti ed emulsioni acriliche molto diluiti che conferiscono ai suoi soggetti un effetto acquerello. Questo modo di procedere, che richiede velocità di esecuzione, impedisce la correzione, limitando la definizione dell'immagine e presentandola allo spettatore come un frammento di storyboard. Ogni dipinto è inteso dal pittore come un fotogramma di un film, un lungometraggio infinito. Affascinato dalle implicazioni psicologiche più che dalla bellezza dei soggetti, ama raccontare, attraverso semplici tratti e in modo ironico e misterioso, storie di realtà quotidiane trasposte in atmosfere suggestive e surreali che, pervase da una sorta di lirismo, rende più affini a una visione. Ciò che gli sono le modalità con cui la mente lavora e come lei immagini dei sogni si uniscano alle cose che abbiamo visto. In questo senso, piuttosto che proporre fatti reali, ogni immagine è come un aneddoto che rende palese la necessità dell'artista di vivere in un mondo parallelo fatto di storie che gli passano  per qualche istante nella mente, rievocando un sentimento di nostalgia verso momenti del passato. Espone le sue opere firmandosi con il suo vero nome e con vari eteronimi (Luca Forza, Adriano Mais)

Si è formato sotto la guida di Remo Salvadori e Alberto Garutti all’Accademia di Belle Arti di Brera a Milano dove si è laureato in pittura e scultura. Ha esposto in diverse sedi espositive come la Fabbrica del Vapore e Il Museo della Permanente di Milano.

 Il contatto con Remo Salvadori e Mario Merz nei primi anni duemila lo ha portato a interpretare i linguaggi della pittura, della scultura e dell’installazione attraverso una luce nuova attenta ai materiali, allo spazio sempre interpretato come fonte di energia psichica e creatrice.